lunedì 4 febbraio 2013

FONDAMENTALI TECNICI DEL PORTIERE


I FONDAMENTALI TECNICI del PORTIERE di CALCIO
 
Per  tecnica sportiva s’intende una procedura, generalmente sviluppata nella pratica dei vari sport, che permette di risolvere un determinato problema di movimento nel modo più razionale ed economico possibile. Quindi la tecnica di una disciplina sportiva corrisponde a quello che potremmo chiamare tipo ideale di movimento che, però, mantenendo gli indici caratteristici del movimento stesso può essere soggetto a cambiamenti, adattati alle particolarità individuali di chi lo esegue (stile personale). Per quanto riguarda il calcio, esiste un ruolo molto particolare, che io ritengo  “uno sport nello sport”, ed è il ruolo del portiere. L’uso delle mani lo caratterizza così come l’utilizzo del resto del corpo quando deve risolvere una situazione problematica durante la gara. Tuffi, uscite alte e basse, prese, rilanci manuali e podalici caratterizzano questo ruolo. Da non dimenticare certamente è anche la posizione in campo vincolata dall’area di rigore per l’uso delle mani e dalla porta alla quale il portiere deve sempre fare riferimento per ogni suo spostamento. Per tutti questi motivi quindi è necessario rivolgere a questo ruolo una particolare attenzione da tutti i punti di vista, proprio come se il nostro portiere fosse un calciatore normale ma allo stesso tempo appartenente a un altro sport con caratteristiche proprie legate al calcio. Allora da un punto di vista strettamente tecnico, quali sono i fondamentali propri del ruolo del portiere? 

Ritengo se ne possano individuare quattro:
1.      Posizionamento
2.      Bloccaggio e presa
3.      Respinta e deviazione
4.      Rimessa in gioco

Posizionamento
Per posizionamento s’intende la posizione che assume il portiere in preparazione a un probabile intervento. Si riferisce a uno specifico posizionamento del corpo, che il portiere adotta  per realizzare le sue azioni in modo rapido ed efficace.

  
Generalmente la posizione del portiere deve essere sulla bisettrice dell’angolo formato dai prolungamenti dei pali con vertice la palla (Fig.1).Questo però è un concetto solo teorico, infatti, l’importanza del posizionamento e la sua correttezza sono dati dal risultato della parata e quindi dalla sua efficienza. Per esempio se un portiere si trova sulla bisettrice perfetta ma nonostante ciò tende a prendere molti goal sul palo più vicino, alla palla significa che quella posizione per quel portiere non è efficiente quindi andrà modificata. Tutto ciò per sintetizzare il concetto detto prima che un fondamentale tecnico è molto variabile da soggetto a soggetto in base alle sue qualità fisiche, antropometriche, cognitive ecc…
Continuando il discorso, se la palla si sposta lateralmente a destra o sinistra del portiere, egli dovrà adeguare la sua posizione in base alla nuova posizione della palla e naturalmente alla posizione della porta. Con la palla in posizione laterale si avrà che:

- Il palo più vicino alla palla necessiterà di una copertura maggiore poiché è a minor distanza dalla palla senza dimenticare che anche in questo caso vale il discorso fatto in precedenza riguardo alle abilità di ogni portiere. 
-    - Il palo più lontano alla palla necessiterà di una copertura effettuata tramite un tuffo diagonale avanti.


Per posizionarsi in modo corretto, quindi in modo tale da poter effettuare un intervento nel modo più economico ed efficace possibile ogni portiere utilizza diversi tipi di spostamenti, detti traslocamenti. Questi traslocamenti possono servire in diverse situazioni di gioco per esempio per preparasi ad un tuffo, per adeguare la propria posizione rispetto alla palla o più semplicemente per spostarsi in area di rigore. Si riconoscono 3 principali modi di traslocamento:


·       - Traslocamento/i avanti-indietro: per occupare lo spazio su qualsiasi tipo di pallone.
·       - Traslocamento/i laterale: quando lo spazio da occupare è minimo per arrivare sulla palla.
·       - Traslocamento con passo e incroci: quando lo spazio da occupare è ampio e la palla è lontana dal portiere.

Nella didattica di questo ruolo, è importante che l’istruttore proponga in modo vario e alternativo tutti e tre i tipi di traslocamento senza però effettuare un addestramento vero e proprio; ciò significa che è necessario lasciare una certa liberta al giovane portiere per far si che il suo bagaglio di esperienza sia il più ampio possibile. Inoltre non bisogna assolutamente vincolare il tipo di traslocamento, l’importante è sempre l’efficacia che esso ha in funzione della parata.

Bloccaggio e presa
Si definisce bloccaggio e presa quel fondamentale tecnico individuale del ruolo del portiere attraverso il quale l’atleta viene a contatto con l’attrezzo palla impossessandosi di essa in modo permanente ed interrompendo la traiettoria della sfera.
Possiamo distinguere due tipi di presa a seconda della posizione dei pollici sulla palla:

- Presa a pollici corrispondenti: utilizzata quando la palla è davanti al corpo del portiere e circa sopra la linea passante per l’estremità prossimale dello sterno. 






·       - Presa a pollici anteversi: utilizzata quando la palla è molto vicino al corpo del portiere e sotto la linea descritta prima.



Successivamente si possono distinguere due modalità di presa, a seconda della sua diversa esecuzione:
·       - Bloccaggio e presa senza tuffo: il gesto tecnico viene eseguito senza perdita volontaria d’equilibrio, senza perdita di contatto con il terreno e quindi è sicuramente il modo più efficace per effettuare una parata, ovviamente nei limiti del possibile;  può essere a sua volta eseguita in forma:
o       Statica:
-  Rasoterra
-  Al ventre
-  Al volto
Sopra la testa
o       Dinamica: quindi combinata a un traslocamento, che può essere:
-       Avanti o indietro:
·     Rasoterra
·     Al ventre
·     Al volto
·     Sopra la testa senza stacco
·     Sopra la testa con stacco
-       Laterale:
·     Rasoterra
·     Al ventre
·     Al volto
·     Sopra la testa senza stacco
·     Sopra la testa con stacco
-       Laterale con passo e incrocio
·     Sopra la testa con stacco

- Bloccaggio e presa con tuffo: il gesto tecnico viene eseguito con perdita volontaria d’equilibrio, in una situazione di disequilibrio seguita da una caduta-contatto con il terreno. In questo caso il gesto tecnico è sicuramente sconveniente da un punto di vista motorio ma è molto efficace per risolvere le problematiche di gara. Sconveniente perchè innanzitutto c’è da considerare il fatto più importante e cioè la perdita d’equilibrio che conseguentemente porta ad un disorientamento anche se per un breve periodo. Inoltre una volta che si è perso il contatto con il terreno è necessario organizzare un nuovo schema di movimento per effettuare la parata mantenendo un certo equilibrio di volo. Fatto ciò bisogna rielaborare il progetto motorio per effettuare la caduta in modo meno traumatico possibile. Quindi per questi fattori il tuffo è da considerare l’ultimo dei gesti tecnici disponibili per il portiere per effettuare una parata, anche se la sua efficacia è indiscutibile.

Detto ciò distinguiamo due modalità d’esecuzione:

·       - Tuffo senza volo: l’atleta esegue il gesto tecnico senza perdere contatto con il terreno ma con perdita volontaria d’equilibrio. In questa tipologia di tuffo non è presente una fase di volo. A seconda della tipologia di traiettoria e velocità che assume la palla può essere: 


- laterale
- avanti
- indietro  

Tutte e 3 le modalità con palla rasoterra, con rimbalzo, tesa a mezza altezza e con palla alta




·       - Tuffo con volo: l’atleta esegue il gesto tecnico perdendo totalmente il contatto con il terreno. In questa tipologia di tuffo è presente una fase di volo. A seconda della tipologia di traiettoria e velocità che assume la palla può essere:
      
- laterale
- avanti 
- indietro 

Tutte e 3 le modalità con palla rasoterra, con rimbalzo, tesa a mezza altezza e con palla alta


Non sempre il tuffo con volo viene eseguito da una posizione statica poiché molto spesso è necessario un traslocamento che preceda l’azione di tuffo; ciò dipende dalla distanza e dalla velocità della palla rispetto alla posizione del portiere. Si distinguono 3 tipi di traslocamenti:
 
1.      Traslocamento passo laterale + passo spinta: quando la palla è vicina al portiere e la sua velocità è medio-bassa.
2.      Traslocamento con passo incrocio + passo spinta: quando la palla è lontana e la sua velocità media.
3.      Traslocamento con passo laterale + passo incrocio + passo spinta: quando la palla è molto lontana sia dalla porta che dal portiere e la sua velocità è alta.

È evidente che, come già detto in precedenza, ogni atleta adotterà con il suo stile personale la modalità di traslocamento più efficace e rapida per compiere un intervento.

Respinta e deviazione
La respinta e la deviazione sono due fondamentali tecnici che possono essere confusi, ma che in realtà sono ben differenziati sia per tipologia, sia per utilizzo che per efficacia. Innanzitutto va ricordato che una parata con respinta e deviazione va utilizzata solo quando garantisce all’estremo difensore interventi più adeguati, efficaci e prudenti rispetto ad un intervento in presa. Da questa spiegazione possiamo differenziare già le due tipologie d’intervento:

- Parata in deviazione è il gesto tecnico utilizzato dal portiere per modificare la traiettoria del pallone in maniera poco accentuata, generalmente verso la zona laterale dell’area di rigore o verso il calcio d’angolo. Essa può avvenire:

- a 2 mani
- con 1 sola mano che può essere:

-      Mano corrispondente: utilizzata quando la palla è forte e tesa, sia rasoterra che a mezza altezza.
-     Mano opposta o di richiamo: utilizzata quando la velocità della palla è minore e la sua traiettoria è alta e parabolica. Può essere utilizzata anche quando la traiettoria della palla scavalca il portiere, quindi per parate in deviazione all’indietro.


                
                     
Parata in deviazione con mano corrispondente                 Parata in deviazione con mano opposta

   
- Parata con respinta: gesto tecnico utilizzato dal portiere per modificare la direzione della palla in modo accentuato, cioè direzionare la palla fuori dall’area di rigore generalmente nelle zone laterali. Essa può essere:

 - a 2 pugni: utilizzata in situazioni di uscita alta con palla proveniente frontalmente o lateralmente ma con velocità e traiettoria che consente al portiere di anticipare la palla con uno spostamento avanti o laterale. Inoltre può essere utilizzato per uscite in tuffo o in caso di tiri in porta molto violenti. 
- a 1 pugno: utilizzata in situazioni di uscita alta però con palloni che scavalcano il portiere. Inoltre è spesso utilizzata per uscite in avanti con massimo attacco alla palla e allo spazio.
- di piede o con il corpo: utilizzata molto spesso in situazioni di tiri molto ravvicinati (per esempio uno contro il portiere) oppure per parate d’istinto sempre in situazioni in cui il tempo di reazione è minimo.




respinta a 2 pugni                                                              respinta a 1 pugno


Rimessa in gioco
Arriviamo all’ultimo fondamentale tecnico, ma non per questo meno importante; infatti, da una ricerca svolta nella stagione 2008/2009 sui portieri della categoria Esordienti dell’A.S.I. Salsomaggiore Calcio, nati nel 1996 e 1997, con la quale si voleva capire quali erano gli interventi più frequenti in gara per i portieri di questa categoria, è emerso che su tredici partite osservate e su 185 interventi compiuti dai giovani numeri uno, ben 98 interventi equivalenti, al 53 % erano rimesse in gioco prevalentemente rinvii al volo di piede (36,2%). Questi dati se pur ancora sperimentali e raccolti in un periodo molto breve (da marzo a giugno 2009), ci fanno capire come già a livello giovanile sia fondamentale la tecnica d’attacco nel ruolo del portiere. La tecnica d’attacco si riassume con l’insieme d’abilità che consentono al portiere di iniziare volontariamente l’azione di gioco della propria squadra. Sostanzialmente queste abilità si riassumono in:
                  
Rimessa con le mani:
- radente o "bowling"
- rimbalzante o "baseball"
- a parabola o "catapulta"
- a due mani sopra la testa

 Rimessa con i piedi: 
 - Rimessa dal fondo 
 - Rinvio al volo (al volo oppure di contro-balzo o “drop”)

L’importanza di questo fondamentale sia a livello giovanile, quindi con l’insegnamento a livello didattico, che a livello evoluto del ruolo del portiere, sono fondamentali per far si che il nostro numero uno di adatti sempre meglio alla tipologia di calcio moderna, dove al portiere è richiesto un atteggiamento mentale sempre più offensivo, abbandonando gradualmente la strenua difesa della porta dominando, rispetto al passato, uno spazio d’area di rigore.

 




 


rinvio dal fondo                                         















rinvio al volo

sabato 26 gennaio 2013

Impostazione tattica sui calci piazzati: fase difensiva

Uno dei problemi maggiormente riscontrabili in una squadra è la costruzione di schemi ben precisi da effettuare sulle palle inattive. In fase difensiva infatti, è possibile scegliere fra 2 tipologie di marcatura quali la difesa a zona e quella a uomo. Il concetto di difesa a zona sulle palle inattive, fino a qualche anno fa sembrava impraticabile poichè risultava praticamente impossibile fermare i saltatori avversari senza cercare di contrastarli direttamente. Ultimamente, sia per l'evoluzione del regolamento, sia per cercare di trovare un metodo da parte delle squadre più deboli nel gioco aereo, per difendersi contro avversari in grado di portare chili e centimetri in abbondanza nelle zone calde nelle situazioni di palla inattiva, la difesa zona ha avuto numerosi consensi e di conseguenza è stato possibile verificarne l'applicabilità. Anche se secondo il mio parere  la marcatura a zona non risulta indicata, non si può negare che questa comporti dei vantaggi in termini di superiorità numerica, di responsabilità equamente divisa tra i giocatori, di lettura della traiettoria del pallone e di lettura delle tattiche avversarie attraverso l'organizzazione di una difesa indipendente da esse ( si annullano i blocchi, si evitano trattenute, spinte e altre scorrettezze punibili con il calcio di rigore ecc.). Resta vero però che questo tipo di tattica comporta numerosi svantaggi quali la richiesta di un elevata concentrazione, la necessità di un corretto piazzamento e per ultimo ma non meno importante la necessità di molto tempo per addestrare la propria squadra. In una difesa a zona, in situazione di palla attiva (cioè durante il normale svolgimento della partita), ogni giocatore è responsabile in primo luogo della propria zona di competenza, così in situazione di palla inattiva ogni elemento dovrà occuparsi della zona a lui assegnata. Sulle palle inattive ogni giocatore dovrà infatti occuparsi della zona compresa tra se e il proprio compagno più vicino sia frontalmente che lateralmente verso il centrocampo. Il problema grosso di questa marcatura è il fatto che molto spesso, i giocatori presi dalla concitazione ( specie nei minuti finali della partita) tendono ad arretrare dimenticandosi che quella è zona di competenza del proprio compagno, lasciando quindi la propria zona scoperta agli inserimenti dei saltatori avversari. Per questo motivo ad esempio, squadre come il Milan o il Genoa che difendono a zona sui calci piazzati risultano essere statisticamente le squadre che hanno preso più gol su palla inattiva. Altro problema frequente specie sulle punizioni, è la tendenza a "schiacciarsi" verso la porta; questa tendenza risulta essere particolarmente deleteria per il portiere in quanto si creano frequentemente mischioni che non fanno altro che impedire una corretta azione dell'estremo difensore. I giocatori devono restare fermi nelle rispettive posizioni fino a quando la palla non viene calciata: i giocatori non devono assolutamente rimanere “passivi” aspettando che la palla cada loro sulla testa, altrimenti verranno sempre anticipati dagli attaccanti; una volta che la sfera entra nella zona di competenza di un giocatore, quel giocatore dovrà “aggredire” la palla andandole incontro, anticipando il saltatore avversario. Facendo una panoramica degli spazi in cui c'è bisogno di una maggiore attenzione quando si marca a zona possiamo riscontrare:
- il primo palo
- il secondo palo
- la zona antistante il primo palo dove avvengono frequentemente le cosiddette "spizzicate"
- lo spazio compreso tra il dischetto del rigore e l'aria piccola
- lo spazio che si crea inevitabilmente al limite dell'aria di rigore quando ci si "schiaccia verso la porta"

La disposizione maggiormente usata prevede la collocazione di 2 giocatori a difesa dei pali e 1 nella zona antistante il primo palo; davanti all’area piccola poi ci sono quattro giocatori schierati a formare un “rombo”; inoltre al limite dell’area di rigore, in verticale rispetto ai pali della porta, si dispongono generalmente i 2 attaccanti con il giocatore più veloce disposto in prossimità della zona di battuta del calcio piazzato in maniera tale da poter ripartire velocemente qualora si riuscisse a riconquistare il possesso. Chiaramente questa disposizione è stata più volte modificata e adattata a seconda del credo tattico dell'allenatore, delle caratteristiche individuali dei giocatori e soprattutto del tipo di traiettoria che il battitore vuole eseguire ( a rientrare la disposizione era quasi uguale alla precedente tranne per il fatto che il "rombo" davanti all'area piccola diveniva un triangolo con 3 giocatori in linea a formare la base e 1 vertice posto sul dischetto del rigore). Uno dei princìpi più importanti da rispettare, in caso di respinta del pallone fuori dell’area di rigore, prevede che, sulla respinta da parte della difesa, la squadra salga in modo compatto in avanti verticalmente, al fine di mettere in fuorigioco gli avanti avversari. Nelle punizioni laterali, in posizione esterna all’area di rigore, valgono le stesse regole e la stessa disposizione indicata per i calci d’angolo, con una variante relativa alla presenza di due uomini in barriera. Diverso il discorso nella punizione dalla trequarti dove la disposizione maggiormente applicata prevede la formazione di una doppia linea difensiva disposta al limite dell'area di rigore molto alta proprio per tenere lontani dalla porta gli attaccanti avversari. Sempre a seconda della traiettoria del pallone, queste linee potranno interagire tra loro arretrando in caso di palla a rientrare e restando quanto più possibile altri in caso di palla ad uscire per questo risulta molto importante il sincronismo tra i giocatori in quanto anche 1 solo movimento sbagliato significa automaticamente prendere gol. Questo è un motivo per cui io personalmente prediligo una difesa a uomo sui calci piazzati. La difesa a uomo infatti prevede una responsabiltà individuale perchè ogni giocatore ha il proprio avversario da marcare, si perde chiaramente in superiorità numerica e nella possibilità di eludere blocchi e tattiche avversarie per liberare i saltatori, ma si acquisisce il dinamismo necessario per contrastare i saltatori che arrivano in corsa da dietro, dinamismo che invece nella difesa a zona si perdeva poichè i giocatori partivano da fermi e con il dubbio di dover difendere solo quella zona; è anche vero che però con una difesa a uomo aumenta drasticamente il rischio di infrazioni al regolamento, ma a discapito di questo diminuisce statisticamente il numero di gol subiti su palla inattiva. Scegliere di difendere a zona o a uomo deve essere rapportato alle caratteristiche dei giocatori. Inoltre anche le caratteristiche  portiere in tale scelta rappresentano un nodo fondamentale. Un estremo difensore abile nelle uscite permetterà all'allenatore di impostare una difesa pur sempre attenta, ma volta a ripartire velocemente. Ecco perchè squadre come il Celtic o anche il Chelsea schierano una difesa mista con marcatura a uomo nell'area e a zona in quella piccola dove rispettivamente Forster ( 202cm) e Cech (198 cm) permettono uscite sicure e veloci ripartenze grazie alla loro discreta visione di gioco e capacità tecnica. In definitiva conviene per quanto riguarda una squadra giovanile provare ad applicare entrambe le metodiche in maniera tale da verificare i pro e i contro riscontrati nel corso delle partite, in modo tale da applicare quella che garantisce le maggiori garanzie sia in fase difensiva che in fase di ripartenza, perchè ricordiamoci che da una palla inattiva può nascere anche l'azione che ci fa vincere la partita.

giovedì 24 gennaio 2013

Preparazione pre - campionato del Portiere: organizzazione delle varie sedute di allenamento

Come accennato in precedenza, un inizio soft è estremamente importante poiché permette una ripresa graduale dell'attività per mezzo di esercitazioni atte a ridurre gli stati di sovraffaticamento e di conseguenza ad eliminare eventuali lesioni muscolari che possono pregiudicare lo svolgimento delle fasi successive. Per questi motivi è consigliabile ricominciare con singole sedute giornaliere per poi passare gradualmente alle doppie sedute quando si entrerà nella vera fase di preparazione. Al fine di evitare infortuni di natura muscolare, occorre impostare alcuni punti durante l'organizzazione delle varie sedute che andranno a comporre le ipotetiche 4 settimane di preparazione:

- le sedute vanno organizzate alternando i contenuti in maniera tale da garantire un recupero fisico abbastanza completo e veloce
- per quanto riguarda la parte atletica è importante non ripetere per 2 sedute consecutive gli stessi contenuti
- in caso di dubbi sulle quantità di carico è sempre meglio privilegiare le quantità minori al fine di scongiurare qualsiasi forma di superallenamento che potrebbe risultare poi complicata da smaltire
- un ulteriore accortezza per evitare problemi muscolari è quella di evitare esercitazioni che prevendono rilanci con le mani e con i piedi quando sono state effettuate in precedenza esercitazioni di forza sugli arti inferiori e superiori. 

Detto questo, possiamo passare ad organizzare queste 4 settimane di preparazione soffermandoci sulle varie fasi di cui ciascuna di esse si compone.

Il riscaldamento è un momento in cui possiamo eseguire esercitazioni per la tecnica podalica o per la destrezza manuale a ritmo inizialmente blando e successivamente più intenso. Possiamo proporre esercitazioni a parte o anche in gruppo con la squadra in modo da favorire l'ambientamento del portiere qualora esso fosse un nuovo arrivato. Proporre esercitazioni - sfida(es. di palleggio, calcio - tennis) aiuta il portiere ad integrarsi con i compagni non tralasciando alcun aspetto tecnico. Se si lavora con la squadra queste esercitazioni possono diventare torelli, giri palla ecc. sempre atti a migliorare l'integrazione del ragazzo con il nuovo gruppo. Per le esercitazioni di destrezza manuale vengono intesi tutti quegli esercizi con 1 o più palloni che prevedono sia in fase statica che dinamica, la gestione del pallone con le mani. Importante in questo caso, è la fantasia del preparatore che avrà il compito di proporre esercitazione sempre varie e stimolanti per i portieri. Trattandosi di una fase di riscaldamento pre - lavoro, è importantissimo intervallare i vari esercizi proposti, con esercizi di stretching e di mobilizzazione dinamica ( sempre seguendo un filo conduttore, ad esempio quando lavoro con i piedi, effettuo una mobilizzazione degli arti inferiori) in maniera tale da preparare i muscoli ai carichi di lavoro successivi.

Preparazione alla forza: qui conviene sempre inserire delle esercitazioni ad intensità sub-massimale utili per preparare gli arti inferiori al lavoro di forza che verrà eseguito in seguito. Diviene appropriato quindi l'utilizzo di tavole propriocettive da abbinare a gesti tecnici effettuati con le mani o con i piedi in maniera tale da trasformare la componente isometrica con skip e partenze. Possiamo inserire anche esercizi a corpo libero che prevedono balzi in cerchi o direzioni contrassegnate. Questo tipo di esercizi sviluppano la componente coordinativa del soggetto. Si possono proporre anche esercizi per le valutazioni delle traiettorie(ad esempio eseguibili con palline da tennis) o esercitazioni di adattamento al terreno di gioco ( se le esercitazioni seguenti prevendono interventi a terra).

Le capacità condizionali specifiche per il portiere sono forza, velocità e flessibilità. Per quanto riguarda la flessibilità, essa viene generalmente sviluppata nelle fasi di riscaldamento e defaticamento. Va allenata per tutto l'arco della stagione prevalentemente con esercizi di stretching e mobilità dinamica eseguibili sia senza che con il pallone. La forza può essere sviluppata con varie metodiche. In relazione a quanto detto prima possiamo utilizzare:

- carichi naturali: tramite balzi effettuati sia verso l'alto che in lungo, con ostacoli di varie altezze, skip, esercitazioni pliometriche ecc. Il numero di balzi da proporre varia a seconda del massimale dell'atleta che generalmente a seconda della categoria oscilla tra gli 80 e i 100. Va quindi suddiviso questo massimale  nelle 3 componenti della forza ( esplosiva, elastica e riflessa) e a seconda delle caratteristiche degli atleti bisogna modulare il numero di balzi per ciascuna. Vanno quindi proposte non più di 6 esercitazioni per seduta con massimo 3 - 4 ripetizioni per singolo esercizio

- sovraccarichi: si possono utilizzare bilanceri, cinture, cavigliere, elastici ecc. e anche in questo caso il carico deve essere in percentuale al massimale a seconda di quale componente vogliamo andare ad allenare

- macchine isotoniche: per ogni allenamento normalmente vengono impostati 3 - 4 esercizi diversi con 3 - 4 serie da 6 ripetizioni ciascuna. Il carico è come sempre in relazione al massimale e possiamo impostare alla fine di ogni eserciziol'esecuzione di 2 - 3 balzi o di altri espedienti di trasformazione sia atletici ( come skip o scatti) sia tecnici ( come esercitazioni da eseguire con mani e piedi al fine di ristabilire la sensibilità fine nei movimenti)

- con ausilio della componente tecnica: possiamo introdurre componenti tecniche( es. prese o lavori a terra da eseguire dopo le esercitazioni di forza.

Quando il tempo a nostra disposizione non è sufficiente possiamo togliere da questa fase l'esecuzione del gesto tecnico, per rimandarlo alla fine della parte atletica con esercitazioni in porta ( 2 - 3 ripetizioni eseguibili velocemente con l'introduzione di componenti di preacrobatica come capovolte o rotolate o ammortizzate).Velocità e rapidità possono essere proposte fin dal primo giorno con esercizi di skip, slalom tra paletti, partenze da varie posizioni  o con esercitazioni psico - cinetiche (tenendo presente il modello borussia dortmund di cui poi parlerò in un altro articolo). Questi esercizi vanno inseriti nel riscaldamento prima della forza, oppure come reattività dopo un allenamento di forza. Facilmente allenabile risulta la rapidità poichè basta inserire nelle normali esercitazioni tecniche un movimento rapido di posizionamento cosi da simulare la situazione di gara. La resistenza è utile soprattutto per portare in breve tempo il livello cardiaco ad un livello ottimale per cui durante l'anno è sufficiente effettuare un richiamo organico 1 volta ogni 3 - 4 settimane (il tempo si riduce a 2 - 3 settimane in caso di categorie giovanili).

Per quanto riguarda gli arti superiori, le esercitazioni sono generalmente di potenziamento da eseguirsi a circuito con ritmo veloce ma con carichi non troppo elevati. Si possono eseguire esercitazioni con macchine isotoniche o con l'ausilio di bilanceri, manubri ecc. Al termine di queste esercitazioni va eseguito un lavoro di mobilità del tronco e un lavoro di velocità delle braccia con la palla. Per quanto riguarda le esercitazioni tecniche e situazionali, esse verranno illustrate in tutti i loro aspetti in un altro post. Alla fine fine di ogni allenamento è necessario pianificare una parte defaticante che generalmente si compone di esercitazioni di stretching, addominali, dorsali e scarico della colonna vertebrale specie dopo le esercitazioni in cui sono previsti balzi. Ritengo utile inserire alla fine di ogni seduta di lavoro, qualora il terrendo di gioco lo consenta, un paio di giri di campo da eseguire senza scarpe con ritmo di corsa molto lento utili per favorire una maggiore capillarizzazione degli arti inferiori e di conseguenza utili per prevenire infortuni di tipo muscolare.


Preparazione pre - campionato del Portiere: linee guida generali

Per quasi tutte le categorie, la fase di preparazione ha la durata di 4 - 5 settimane. Gli obiettivi da perseguire in questo periodo sono molti e si va dall'aspetto puramente condizionale, a quello tecnico - tattico fino a giungere all'aspetto psicologico. Bisogna per cui, tenere presente le differenze che intercorrono tra la prima settimana e le successive. Cominciare con carichi di lavoro subito elevati, si è visto essere deleterio non solo per il fisico ma anche e soprattutto per le prestazioni che successivamente sono andate in calando. Ecco perchè rifacendomi al pensiero di CLAUDIO RAPACIOLI, esperto preparatore dei portieri del settore giovanile del Brescia Calcio,concordo con lui nel considerare la prima settimana di allenamento, una settimana di semplice ricondizionamento organico e muscolare, importantissima al fine di diminuire gli affaticamenti e di conseguenza ridurre al minimo eventuali lesioni muscolari. Nelle successive settimane si sviluppano le capacità condizionali con un occhio di riguardo all'aspetto tecnico - tattico del ruolo. Concordo appieno sulla differenza che viene posta tra giovanili e categorie avanzate. Nelle categorie giovanili ritengo infatti sia meglio privilegiare l'aspetto tecnico - tattico del ruolo piuttosto che quello atletico; questo perchè la componente condizionale viene sviluppata indirettamente dalle esercitazioni tecniche a cui il portiere viene sottoposto, questo almeno è da considerare fino al primo anno di giovanissimi. Dal secondo anno in poi, ritengo invece utilissimo introdurre gradualmente delle esercitazioni sempre più specifiche per la forza eseguibili con carichi naturali. Le macchine e i sovraccarichi si possono introdurre gradualmente a partire dal secondo anno di allievi ma sempre tenendo in considerazione gli aspetti di crescita biologica dei vari soggetti che ovviamente saranno differenti da soggetto a soggetto. 

Nella fase di preparazione è essenziale instaurare un rapporto chiaro di reciproca fiducia e disponibilità tra il preparatore e i portieri specie quando questi sono nuovi. Già dal primo giorno infatti il preparatore dovrà compilare una scheda con i dati fisici del portiere ( altezza, peso attuale, peso forma ecc.), fare un indagine sulle precedenti stagioni disputate,sul numero di gare, di gol subiti ecc. Essenziale è poi conoscere gli eventuali infortuni che il portiere ha subito nel corso della passata stagione, e conoscere poi il tipo di lavoro che egli ha svolto con gli altri preparatori, questo per avere una prima idea delle risposte atletiche e tecnico-tattiche che potrà avere dal portiere quando andrà a proporre il proprio lavoro. Occorre inoltre anche illustrare quali sono le situazioni tattiche che si troverà ad affrontare e quali soprattutto sono le caratteristiche dei propri compagni di reparto in maniera tale che il portiere possa crearsi uno schema d'azione e sappia cosa fare in caso del verificarsi di tali situazioni di gioco. Dopo aver dato queste informazioni, il preparatore deve informare con la massima chiarezza, i portieri sulla tipologia di lavoro che intende eseguire in preparazione e sulla tipologia da eseguire durante l'anno; deve esporre con padronanza gli obiettivi fisici, tecnici e tattici su cui intende lavorare in maniera tale da responsabilizzare i portieri e da rendere il lavoro più costruttivo. [di seguito la seconda parte]

mercoledì 23 gennaio 2013

Scelta del modulo: come è meglio procedere?

Uno degli aspetti da considerare maggiormente nell'ottica di una squadra appena formata è sicuramente la scelta del  modulo con cui impostare la propria squadra. Sicuramente ogni allenatore avrà delle proprie preferenze sia a livello difensivo che a livello offensivo ma è chiaro che non sempre è possibile applicare la propria idea di gioco. Conviene quindi adattarsi alle circostanze e cercare di ragionare su quello che si ha a disposizione, ragion per cui conviene secondo me impostare alcuni punti - cardine da cui partire. 

1) Per un allenatore secondo me è conveniente avere una certa elasticità mentale. Non conviene restare con una sola idea di gioco (es. 4 - 4 - 2) ma bisogna saper adattare quest'idea alle caratteristiche fisiche, atletiche e psicologiche dei propri giocatori in maniera tale da ottenere sempre il meglio.

2) Saper giocare con più moduli può essere conveniente se si conoscono a fondo le caratteristiche del mio avversario ma può anche costituire uno svantaggio qualora il mio avversario abbia deciso a sua volta di cambiare modulo. Ritengo opportuno quindi partire sempre con una scelta precisa per poi magari adattarla durante la partita.

3) Le caratteristiche dei giocatori che si hanno a disposizione sono essenziali per effettuare la scelta migliore. Per questo motivo io preferisco quei giocatori che riescono a giocare in più ruoli. Specialmente difesa e centrocampo infatti possono annoverare giocatori con le più svariate caratteristiche. Per questo motivo ritengo utile considerarli come reparti strettamente complementari dal punto di vista dei movimenti sia offensivi che difensivi. Se ad esempio dispongo di difensori centrali forti fisicamente ma che non dispongono di una elevata velocità devo considerare che questi giocatori avranno bisogno di una protezione in caso di ripartenza avversaria per questo motivo cercherò di affiancargli uno o anche due giocatori più rapidi negli spostamenti che fungano da schermo.

4) Stesso discorso di prima va fatto per il reparto offensivo. A seconda della tipologia di giocatori che dispongo dovrò impostare una ideologia di gioco che riesca a valorizzare le caratteristiche di ognuno di essi ( es. il milan ha impostato un 4 - 3 - 3 offensivo per riuscire a valorizzare le caratteristiche di el shaarawy e di pazzini; stessa cosa la juve ha ideato lo scorso anno con vucinic il finto centravanti, ovvero un attaccante che tende a partire 30 - 40 metri più dietro per creare spazi e permettere gli inserimenti dei vari centrocampisti)

Questi 4 punti sono fondamentali per la costruzione di uno schema di gioco che possa essere modificato in corso d'opera.

“Il riscaldamento pre-gara del portiere di calcio”



Per un portiere la fase di riscaldamento pre-partita è dovuta molto di più a un fattore psicologico che fisico, 
anche se viene toccato anche questo aspetto. Nella fase di riscaldamento di un portiere giovane che non ha una base di esperienza necessaria per aver ancorato il suo riscaldamento tipo possiamo pensare di farlo noi preparatori. Il riscaldamento dovrà essere svolto in base alle caratteristiche sia psicologiche del portiere che fisiche, se per esempio alleni un portiere con una grande massa muscolare è opportuno entrare in campo qualche minuto prima e partire piano piano in modo da scaldare bene tutta la sua muscolatura, questo soprattutto in inverno quando le temperature sono rigide e il riscaldamento è fondamentale. Nel pratico io propongo qui di seguito un tipo di riscaldamento che a me piace e che a mio parere è molto semplice. Allora se la partita inizia alle 15,00 è consigliabile uscire dallo spogliatoio almeno 45 minuti prima dell’inizio quindi in questo caso facciamo 14,15 (se riusciamo ad uscire prima ancora meglio).

- Si inizia con 5 minuti di passaggi con il portiere iniziando a fargli eseguire degli scambi con noi, di prima, con controllo ecc. così da iniziare a prendere confidenza con il campo e con la partita che dovrà svolgere, tutto questo con molta tranquillità, ci dovrà essere un clima sereno.
- Finita la sessione facciamo fare 5 minuti di corsetta dentro l’area con abbinata della mobilità articolare per tutti i distretti muscolari quindi braccia, schiena, gambe..
- Terminata la sessione di corsetta è oppurtuno effettuare una decina di minuti di stretching che vada a mobilitare la colonna vertebrale, le braccia e le gambe in quanto soprattutto con le temperature rigide invernali, si possono incorrere a problemi di natura muscolare
- Finita questa fase iniziamo a fare seguire delle raccolte laterali rasoterra, con rimbalzo, all’addome e alte così da prendere confidenza con il pallone, meglio se si fa in porta questo lavoro.
- Sempre con calma inizialmente facciamo effettuare una sessione di prese alla figura prima e poi di prese con leggero spostamento laterale
- Facciamo sedere il portiere a terra e facciamo effettuare 4 parate al portiere per ogni situazione di palla rasoterra, palla rimbalzante e palla a mezza altezza.
- Stessa cosa partendo da in piedi
- Effettuiamo una serie di 6 tiri da fuori area dispondendo 3 palloni in corrispondenza di ogni palo in modo da far percepire al portiere la dimensione della porta che dovrà poi difendere in partita.
- Effettuiamo una serie di cross sia dal fondo che da 3/4 campo. In condizioni di vento o pioggia e di terreno non in perfette condizioni è consigliabile effettuare cross sia alti che bassi in maniera tale che il portiere possa valutare correttamente poi in partita la situazione.
- Per ultimo ma non meno importante facciamo effettuare dei rilanci dapprima con le mani spostandoci per tutta la larghezza del terreno di gioco e poi con i piedi di prima fingendo un retropassaggio, con controllodi palla, dal fondo e dopo semplice presa con palla in mano. In quest'ultimo caso è conveniente muoversi nel campo dopo aver effettuato il tiro per permettere al portiere di rilanciare quanto più velocemente l'azione d'attacco.
Questo a mio avviso è un riscaldamento abbastanza completo, ma bisogna tenere presente che il riscaldamento non dovrà essere svolto in apnea ma tra una esercizio e l’altro il portiere deve avere recuperato completamente di fiato.